Viaggio-studio ad Orbetello: tutto il sapore della natura!

Tanta ornitologia, una buona dose di curiosità, un pizzico di amicizia e tutti i sensi all’erta: ecco la ricetta di questa esperienza-premio all’Oasi naturalistica di Orbetello! Una vera e propria full immersion nella natura, a scuola di biodiversità.

Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio. Innanzitutto non avremmo mai pensato di poter superare la sfida di Hackathon, eppure siamo riusciti nell’impresa! E tutto grazie ad un gioco di squadra, perché da soli non avremmo mai potuto vincere.

Al viaggio-esperienza ad Orbetello hanno partecipato complessivamente quattordici scuole secondarie, sei del primo grado e otto del secondo, provenienti da tutte le Marche. C’è stata una collaborazione proficua tra noi e per questo, da subito, ci siamo trovati molto bene col gruppo: ricordo, tra gli altri, i nomi di Sofia da Pesaro, Lucia da Falconara, Elia da Jesi, Cristian da Senigallia  e Davide da Camerata Picena.

Nei giorni che ci dividevano dalla partenza per Orbetello abbiamo fantasticato su quello che ci avrebbero fatto fare. Pensavamo che avremmo trascorso la maggior parte del tempo con il nostro team, dedicandoci esclusivamente a laboratori al chiuso, invece abbiamo effettuato tre passeggiate davvero particolari e in tutti e tre i giorni ci hanno spiegato sempre qualcosa di nuovo in relazione alla natura.

Io ed Edoardo Dezi, che frequenta la 3D della mia stessa scuola, siamo partiti da Macerata il 7 ottobre, alle sette di mattina, con il treno, diretti ad Ancona, accompagnati dalla professoressa Francesca Ghelfi. Da lì abbiamo preso il pullman insieme a tutti gli altri ragazzi che avevano vinto il challenge sulla sostenibilità di Hackathon e siamo arrivati all’Oasi di Orbetello, dove ci attendeva una splendida passeggiata attorno al lago di Burano, all’interno  della riserva naturale del WWF e, per finire, una visita ad un lembo di costa sul Mar Tirreno. La cosa che mi ha colpito di più è stato proprio vedere una spiaggia protetta. Sono abituata a boschi o foreste protette, ma non mi ero mai imbattuta in una spiaggia di questo tipo! La differenza principale che ho potuto notare è stata l’assenza della mano dell’uomo, nessuno stabilimento balneare e nessun insediamento, per cui l’ambiente risulta completamente incontaminato, senza alcun tipo di rifiuti e quindi pulitissimo.

Il giorno dopo abbiamo fatto altre due passeggiate, visitando due zone diverse della riserva del WWF. Durante la prima, ci siamo imbattuti in numerosi punti di avvistamento ornitologici e abbiamo potuto  ammirare una miriade di uccelli differenti. Il mio preferito è stato il martin pescatore, ma c’erano anche fenicotteri rosa fantastici. Nella seconda passeggiata al Bosco Patanella, invece, ci hanno svelato segreti e dettagli riguardanti la natura in cui eravamo immersi. La pianta che abbiamo incontrato con maggior frequenza e che mi ha interessato di più è stata la quercia da sughero o sughera. Ci hanno spiegato che quando la corteccia è deformata vuol dire che l’albero è  giovane, se invece ha il tronco conformato è adulto, e soprattutto che questo sempreverde è ignifugo: se ci dovesse essere un incendio, è in grado di resistere e di sopravvivere al fuoco!

Il terzo giorno abbiamo visitato l’apiario di una piccola azienda agricola che produce miele: abbiamo appreso molte notizie curiose sulle api (ad esempio il motivo per cui le celle delle alveari sono esagonali e non circolari), il modo in cui questi animali si comportano in natura e infine come le api vengono custodite dagli apicoltori in generale e in quel centro in particolare. Ci hanno raccontato che cercano di non sfruttarle, in altre parole si impegnano a non andare contro natura aiutandole troppo con la pappa reale per far sì che la regina resti in vita.

Detto così, quello che abbiamo vissuto può sembrare un’esperienza semplice, invece devo dire che i tre giorni sono stati significativi e stimolanti, in tutti i sensi… visto che alla fine ci hanno anche fatto assaggiare tre tipologie diverse del miele prodotto “come natura comanda”!

Eh sì, la natura ha davvero un ottimo sapore…

Giulia Rossi, classe 3B